Torino
Ci sono molte cose che dovrei ancora raccontare del Giappone, cose che non ho avuto tempo di scrivere durante il viaggio. Forse lo faro' se avro' tempo, e se farò in tempo prima che la vivacita' del ricordo si affievolisca.
Per ora posso completare le mie impressioni su Tokyo.
Nei giorni che son seguiti al mio precedente post mi sono fortunatamente inventato qualcosa da fare: sono andato al mercato del pesce (forse il piu' grande del mondo?), all'acquario (forse il piu' piccolo del mondo?), ho fatto un giro in battello (sotto la pioggia), una puntata al Joypolis Sega (deludente), al Sony Building (molto deludente), al palazzo imperiale (chiuso al pubblico), all'ennesimo tempio (sovraffollato), e un giro serale a Roppongi, il quartiere del cuccaggio straniero (deserto).
Insomma, forse se parti a vedere il Giappone da Tokyo e poi vai negli altri posti, magari ti può anche piacere. Io però avevo gia' visto da altre parti esempi migliori di cio' che c'e' a Tokyo (a parte l'acquario di Osaka con la vasca piu' grande del mondo che non ho visto perchè maledizione apriva il giorno dopo) per cui Tokyo non ha aggiunto molto.
A Tokyo, di unico, ho trovato effettivamente molta gente (ma solo in certe zone), l'orologio a pendolo piu' grande del mondo (e ridaje), la metropolitana piu' incasinata del mondo (nemmeno una laurea e' sufficiente) e una baia molto romantica (con tanto di coppietta che sembra pagata per farsi fotografare da me).
Ho poi incontrato molte persone disposte ad aiutarmi. Il primo e' stato un ragazzo sui trent'anni (ma come fai a stabilire l'eta' di un Giapponese?) che quando mi ha visto confuso davanti a una mappa del metrò senza indicazioni inglesi mi ha accompagnato quasi a casa (abitava vicino) procurandomi la seconda fondamentale mappa segreta del metrò, che riporta le linee ferroviarie che attraversano la città (ci sono pure quelle oltre al metrò, un pò come il passante di Milano ma molto più complicato). Era andato a comprare un trenino in miniatura per il suo plastico in miniatura (dai, forse aveva meno di trent'anni e li portava male?). Il giorno dopo ero fermo alla stazione (ferroviaria) dell'acquario ad aspettare che la pioggia smettesse (ha piovuto per altre otto ore) quando una giapponesina vestita da puffo (la mia solita sfiga) ha colto il mio sguardo supplichevole e mi ha dato un passaggio sotto al suo ombrello per attraversare i 100 metri che mi separavano dalla biglietteria (a Tokyo sono capaci di costruire citta' intere in un grattacielo, e dimenticarsi di fare la tettoia che le collega al metro' poco distante. Non per niente ovunque vendono ombrelli usa e getta, tranne che davanti all'acquario). Poi mi ha ribeccato a 10 metri dalla vasca dei pinguini, che stava all'aperto per cui non potevo raggiungerla, e mi ci ha accompagnato con l'ombrello quando ormai avevo perso le speranze. Poi mi ha riportato al metrò (che in realtà era la ferrovia, ma non c'e' modo di distinguerli se non dall'analisi congiunta delle due mappe). Un'altra persona amichevole era un tipo vestito da pescatore dei cartoni animati che, vedendomi alle prese con la mappa nel metrò, mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto in un inglese perfetto. Quella volta, però, stavo solo decidendo cosa fare dopo, e siccome non mi andava di rischiare un invito a pranzo da lui a mangiare pesce crudo, gli ho detto che andava tutto bene.
Insomma, la gente di Tokyo mi e' sembrata simpatica.